VILLA
VILLACOLLE
CASA
FAMIGLIA
SU
BASE NON PROFESSIONALE
Come
previsto dal Regolamento Regionale della Liguria 2 dicembre 2005 n.2
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INDICE
PREMESSA
l'affidamento
famigliare, la famiglia come risorsa, perchè una casa-famiglia,
caratteristiche peculiari di questo progetto, riferimenti legislativi
OBIETTIVI
GENERALI
a
che cosa deve servire l'affidamento
OBIETTIVI
SPECIFICI
disponibilità aiutare
i bambini ad avere fiducia
sensibilità aiutare
i bambini a controllare i propri pensieri e comportamenti
accettazione costruire
l'autostima del bambino
cooperazione aiutare
i bambini a sentirsi efficaci e collaborativi
appartenenza aiutare
i bambini a sentirsi parte della famiglia
A
CHI CI RIVOLGIAMO
IL
PERCORSO
Accoglienza,
rapporti con la famiglia naturale, congedo
STRUMENTI
PREMESSA
Villa
VillaColle è la casa di Pippi Calzelunghe, un luogo per i bambini,
per giocare, crescere e fare esperienza. A Villa Villacolle ci abita
una bambina che non può stare con i propri genitori, una bambina in
gamba, che sa cavarsela da sola e che affronta la vita con coraggio
ed allegria, pronta ad accogliere il lato positivo delle cose e
trasformare ogni cosa in una possibile risorsa...
Siamo
una famiglia di 4 persone, genitori quarantenni e due ragazzini di 10
e 12 anni. Dopo aver lavorato per una decina di anni nei servizi alla
persona, siamo entrati nel mondo dell'affidamento famigliare. Nel
corso degli anni dal 2008 ad ora abbiamo accolto in casa nostra 5
bambini dagli 0 ai 3 anni, per periodi che vanno da pochi mesi ad un
anno.
La
scelta dell'affidamento famigliare è stata la naturale conseguenza
della nostra passione per il lavoro educativo insieme alla
consapevolezza dell'essere in possesso di quella grandissima risorsa
che è la famiglia, contesto ideale da offrire a quei bambini che
per diverse ragioni non possono restare all'interno del loro nucleo
famigliare. Dopo anni di esperienza come operatori di comunità
educative per minori, una volta costruita la nostra famiglia, non ci
pareva vero di avere a disposizione quella risorsa così importante e
così difficile da ricreare artificialmente all'interno di una
struttura, e ci è sembrato doveroso metterla a disposizione delle
bambine e dei bambini che si trovano in difficoltà.
L'affidamento
famigliare rappresenta per noi il modo più naturale ed istintivo di
svolgere il ruolo educativo e sociale che abbiamo scelto.
Dopo
diverse esperienze di affidamento famigliare prima con il Comune di
Torino, poi con quello delLa Spezia, abbiamo scelto di diventare Casa
Famiglia su base Non Professionale, come previsto dal Regolamento
Regionale 2 dicembre 2005 della Regione Liguria.
Questa
decisione è stata frutto di lunghe riflessioni e rappresenta per noi
una scelta di evoluzione nel nostro impegno di famiglia affidataria,
la nostra intenzione è comunque di mantenere le caratteristiche di
non professionalità, di autonomia e di relazioni basate su legami di
tipo prevalentemente affettivo, che sono proprie di un nucleo
famigliare.
La
Casa Famiglia su base non-professionale, così come intesa dalla
normativa della Regione Liguria, rappresenta la forma giuridica che
più si avvicina al nostro modo di intendere l'affidamento famigliare
e a quanto il nostro nucleo famigliare può offrire:
L'affidamento
famigliare semplice non soddisfa il nostro desiderio di continuità
e di professionalità, che mettiamo in campo nell'accogliere i
piccoli
Pur
avendo una professionalità spendibile, non vogliamo che la nostra
famiglia diventi un luogo di lavoro nè che i bambini accolti
occupino completamente tutte le nostre energie, perchè crediamo che
proprio continuando a rimanere una famiglia "normale"
possiamo essere risorsa efficace
In
questo momento della nostra vita non siamo disponibili ad
affidamenti a lungo termine che trasformino a tempo indeterminato la
nostra famiglia, mentre un periodo medio-breve ci è congeniale e ci
permette di affrontare anche situazioni complesse.
OBIETTIVI
GENERALI
Consapevoli
del bisogno di ogni bambino di crescere all'interno del proprio
nucleo famigliare e della priorità che è necessario dare a tutti
quegli interventi che vanno a sostenere la famiglia naturale, così
come indicato chiaramente nelle Linee di Indirizzo per l'Affidamento
Familiare del 25 ottobre 2012, il nostro servizio si rivolge però a
quei bambini che non possono rimanere all'interno del loro nucleo
famigliare e che hanno bisogno di essere accolti temporaneamente in
modo residenziale da un altra famiglia.
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Secondo
le Linee di Indirizzo del Governo, in questi casi la permanenza del
bambino nella propria famiglia viene reputata pregiudizievole e la
collocazione presso un'altra famiglia dovrà
assicurare un ambiente idoneo alla sua educazione e pieno
sviluppo. E l'affidamento
famigliare dovrà rispondere prevalentemente ad un bisogno
di tipo affettivo-relazionale per far sperimentare al bambino
esperienze che favoriscono l'individualizzazione, la consapevolezza
di sè e anche l'appartenenza alla propria famiglia, per quanto in
difficoltà, in vista della riunificazione.
La
qualità dell'intervento da parte della famiglia affidataria è in
quest'ottica di importanza centrale.
É
necessario infatti assumere un ruolo genitoriale nei confronti del
bambino, ma occorre anche diventare in un certo senso genitori
"terapeutici", con l'obiettivo di modificare le
rappresentazioni di base che il bambino ha costituito di sè e degli
altri.
Le
esperienze precoci di perdita, così come le relazioni primarie
caratterizzate da trascuratezza o abuso, a cui spesso sono esposti i
bambini in affido, possono infatti generare sfiducia nelle relazioni
intime.
L'esposizione
continua a modalità di cura calde, accoglienti, affidabili e
coerenti può modificare le aspettative primarie dei bambini,
relative sia agli adulti più intimi che a se stessi.
Diventa
così fondamentale mettere in atto ruoli genitoriali che dimostrino
ai bambini che possono fidarsi e fare conto su di loro, in quanto
sono disponibili fisicamente ed
emotivamente e sensibili nei confronti dei loro bisogni personali.
Nel passato il bambino può aver appreso strategie protettive
per sentirsi in sicurezza ed è spesso necessario adottare nuove
modalità che possano essere percepite come adeguate e rassicuranti.
OBIETTIVI
SPECIFICI
Per mettere
a fuoco i processi che consentono di aiutare i bambini nell'acquisire
sicurezza, è importante approfondire la natura delle cure da
prodigare loro.
L'accudimento
genitoriale può considerarsi basato su 5 dimensioni, tra loro
correlate:
L'ambiente
migliore per un sano sviluppo emotivo dei bambini è quello da cui
possono muoversi per esplorare il vasto mondo esterno, essendo nel
contempo certi che il cibo, il conforto e la protezione sono
facilmente disponibili, quando ne hanno bisogno. Un ambiente di
questo tipo offre una base sicura e costituisce il fondamento sul
quale costruire la fiducia in sè e negli altri. Nella misura in cui
i bambini possono fidarsi che un tale ambiente sarà lì per loro, si
liberano dell'ansia e quindi sono in grado di esplorare, giocare e
imparare liberamente.
Sarà
importante dimostrare al bambino che in questa famiglia quando è
angosciato, verrà tranquillizato, confortato e protetto; quando sarà
pronto per esplorare, giocare ed imparare, sarà incoraggiato a
farlo. Senza dimenticare che ogni bambino ha bisogno di un approccio
individualizzato, sulla base delle sue precedenti esperienze e di ciò
che riesce a tollerare senza disagio.
L'adulto
che si preoccupa di ciò che il bambino pensa, riflette anche sui
propri sentimenti e li condivide in modo sensibile. In questo modo il
bambino può imparare a sua volta a riflettere sulle proprie idee e
sui propri sentimenti, ma anche su quelli altrui, e a organizzare e
padroneggiare i propri vissuti e i propri comportamenti. E'
importante che il bambino impari che è possibile ed accettabile
provare sentimenti positivi, ma anche negativi e che tutti i
sentimenti possono essere espressi in modo sicuro e controllato.
Accettazione:
Costruire l'autostima del bambino
Questa
dimensione riguarda la capacità dell'adulto di mandare al bambino
il messaggio che è accettato e stimato in modo incondizionato per
quello che è, con le sue difficoltà e i suoi punti di forza. Sulla
base di questa accettazione di costruisce l'autostima. Il bambino
percepisce di essere degno di essere amato, aiutato e sostenuto. Per
cui può sentirsi forte e capace di affrontare i momenti difficili.
E' importante che l'adulto tenga ferma nella propria mente che
qualunque sia l'umore dei bambini, qualunque siano i loro progressi
o i loro comportamenti, essi restano accettati e benvoluti per se
stessi e che l'attenzione e la cura che ricevono non dipendono da
specifici comportamenti e reazioni.
Cooperazione:
Aiutare i bambini a
sentirsi efficaci e collaborativi
Una
modalità di accudimeno che promuova la capacità di scelta e
l'autonomia e che permetta un certo livello di negoziazione,
all'interno di limiti stabiliti, può aiutare i bambini e a sentirsi
più competenti, a operare scelte positive e a patteggiare e
adeguare se necessario, i propri obiettivi con quelli degli altri.
Spesso
i bambini in affidamento hanno difficoltà a vedere se stessi come
individui competenti e gli adulti come patner collaborativi, alcuni
possono avere difficoltà a fare scelte proprie e di affermare il
loro punto di vista, altri possono desiderare di esercitare un
influenza e un controllo eccessivo sugli altri.
E'
importante organizzare un contesto di vita rassicurante e
prevedibile e stabilire dei confini definiti. All'interno di un
ambiente sicuro si possono negoziare scelte individuali e il bambino
può sperimentare la propria autonomia in modo sicuro ed efficace.
Appartenenza:
Aiutare i bambini a
sentirsi parte della famiglia
l'Appartenenza
famigliare comunica sentimenti di solidarietà, di accettazione
incondizionata e di identità condivisa, spesso rinforzati dalle
attività e dai rituali tipici di ogni famiglia nei momenti dei
pasti o delle ricorrenze. Le famiglie stabiliscono diritti, doveri,
responsabilità reciproche che governano le relazioni tra genitori e
figli e tra fratelli e sorelle. I bambini separati dalle proprie
famiglie di nascita hanno la necessità di sapersi benvoluti e
membri a pieno titolo della nuova famiglia. Hanno bisogno di sapere
che per tutta la durata della loro permanenza, possono trovare una
nicchia confortevole di accoglienza e di appartenenza.
Nello
stesso modo devono elaborare i loro sentimenti legati al far parte
della famiglia di origine, stabilendo un livello di appartenenza
compatibile con la propria situazione, i desideri e i vissuti.
La
cosa importante per i bambini è riuscire ad accettare e a parlare
della propria doppia appartenenza famigliare senza sensi di colpa,
biasimo o rabbia.
A
CHI CI RIVOLGIAMO
La
nostra Casa accoglie bambine e bambini che per diverse ragioni devono
essere allontanati temporaneamente dal loro nucleo famigliare, di età
compresa tra 0 e 5 anni.
Non
siamo strutturati per prenderci cura di bambini con disabilità nè
motoria nè psichica.
In
ogni caso l'accoglenza di ogni bambino sarà valutata attentamente
da noi, in collaborazione con il servizio sociale inviante, e sarà
importante considerare la compatibilità della nuova situazione con
la realtà contingente della Casa.
Il
periodo di permanenza presso la nostra Famiglia avrà la durata
massima di 12 mesi, eventualmente prorogabili.
Il
grande amore che nutriamo nei confronti della natura, ci ha portato a
scegliere di vivere in luoghi incontaminati, dove acqua e aria
pulita, boschi e prati diventano parti importanti del nostro stile di
vita, fonte di benessere e risorsa educativa. Non ricerchiamo luoghi
isolati nè difficili da raggiungere, ma la lontananza dalla città e
dai luoghi altamente frequentati può diventare risorsa preziosa per
quelle situazioni che hanno bisogno di pace e tranquillità.
In
quest'ottica abbiamo pensato anche di aprirci alla possibilità di
ospitare temporaneamente una mamma con bambino, con l'obiettivo di
favorire l'unità della famiglia, e rinforzare le capacità
genitoriali.
IL
PERCORSO
Accoglienza,
rapporti con la famiglia naturale, congedo.
La
richiesta di inserimento
viene presentata dai Servizi Sociali (che sono e rimangono titolari
del Caso) e viene valutata dalla coppia genitoriale residente in base
alle altre situazioni già prese in carico e alle necessità e ai
bisogni del nucleo famigliare. E' infatti molto importante
salvaguardare un benessere all'interno della casa per garantire
quella capacità di accoglienza e di cura che è importante poter
offrire a tutti i bambini.
E'
possibile accogliere bambini in situazione di emergenza, sempre
compatibilmente con la situazione già esistente. Il
pronto
intervento si attua
quando il bambino viene inserito in modo tempestivo, nell'arco di 3
giorni dalla segnalazione da parte dei servizi sociali e prevede una
maggiorazione del contributo per i primi 3 mesi.
L'accoglienza
di un bambino in una nuova famiglia è sempre un momento molto
delicato, laddove le circostanze lo consentono (ovvero non ci sia
carattere di urgenza o diverse prescrizioni da parte del Tribunale
per i Minorenni), è opportuno che venga fatto un percorso graduale.
Proponiamo pertanto un primo incontro in un contesto neutro, seguito
da una o più visite del bambino alla nostra casa, accompagnato
inizialmente da un operatore di riferimento. Al momento del
trasferimento vero e proprio sarà preferibile che siano gli
operatori dei servizi invianti ad accompagnare i bambini, in modo che
non vengano proiettati sulla famiglia affidataria vissuti di
"prelevamento" da un contesto conosciuto e rassicurante,
che sia la famiglia naturale, un'altra famiglia od una struttura
residenziale. Al momento dell'inserimento sarà importante
espilicitare con i servizi le ragioni dell'allontanamento del bambino
dalla propria famiglia e gli obiettivi principali che si vuole
raggiungere con l'affidamento. Così come individuare i tempi
previsti di permanenza del minore presso di noi.
Durante
la permaneza del bambino nella nostra famiglia metteremo in atto
quanto previsto dal progetto
quadro e
dal progetto
di affidamento
(come previsto dalle linee di indirizzo del Governo del 25/10/2012).
A distanza di una settimana dall'arrivo del bambino, elaboreremo una
prima relazione
osservativa,
a cui ne seguiranno altre con cadenza mensile. Tali relazioni
costituiranno una sorta di
diario, una traccia del periodo in cui il bambino vivrà insieme a
noi.
Il
congedo
è
un altro momento molto delicato.
In alcuni casi sarà possibile rientrare nella propria famiglia di
origine, oppure verrà predisposto un affidamento famigliare a lungo
termine, o ancora un'adozione. Crediamo che, anche se molto piccolo,
il bambino possa essere messo al corrente di quanto sta per accadere
e che sia importante che abbia modo di esprimere i propri vissuti,
sentendosi accolto ed al sicuro. Qualsiasi passaggio dovrebbe essere
graduale e incominciare con brevi contatti, che diverranno incontri
più lunghi, uscite, visite alla nuova situazione abitativa e solo
quando la situazione lo consenta il congedo
definitivo.
In ogni
caso la procedura sarà adeguata ad ogni singolo bambino e ad ogni
singola situazione, facendo attenzione ai bisogni e alle difficoltà
di ognuno. E le modalità verranno stabilite insieme: operatori dei
servizi, famiglie coinvolte e bambino.
Riteniamo
che sia importante dare la possibilità ai bambini di mantenere un
contatto con noi al termine dell'accoglienza, perchè crediamo che
sia importante per loro tenere insieme la propria storia, anche per i
bambini molto piccoli, non traumatizzarli più del necessario e non
farli vivere ulteriori situazioni di abbandono, che rischiano di
minare la fiducia nell'adulto e la sicurezza in se stessi. La nostra
esperienza ci dice che spesso questi rapporti vanno a diradarsi fino
quasi a scomparire, ma deve essere la sensibilità degli adulti a
guidare questa cosa, attenti ai bisogni e alle necessità dei
piccoli.
Rapporti
con la famiglia di origine:
laddove sia previsto dal progetto di affidamento, nel corso della
permanenza del bambino presso la nostra casa, avverranno degli
incontri
tra lui e la sua
famiglia naturale.Tali incontri si terranno generalmente in un luogo
neutro, accogliente ed ospitale e saranno organizzati e gestiti dai
Servizi Invianti. Infatti essendoci la possibilità che i bambini da
noi ospitati vengano adottati, riteniamo molto importante tutelare i
bambini da noi ospitati e la nostra Casa dalle visite di persone
adulte in difficoltà, coinvolte in processi di allontanamento dei
minori non consensuale.
STRUMENTI
Figura
materna, figura paterna, fratelli, altre figure parentali, altre
figure di sostegno, sostegno della famiglia di casa.
Strumento
principe da noi utilizzato è la relazione interpersonale. La nostra
organizzazione prevede la permanenza in casa a tempo pieno della
figura materna, mentre la figura paterna sarà presente a tempo
parziale, impegnata lavorativamente all'esterno e occupata nelle
attività indirette, legate alla gestione della casa e degli spazi
esterni.
I
fratelli, a nostro avviso sono attori importanti nel processo
di accoglienza, diventano facilmente punto di riferimento per i
bambini accolti temporaneamente, nonchè bersagli di rivalità e
gelosie.
Per
questo motivo abbiamo scelto di ospitare bambini decisamente più
piccoli dei nostri figli, per limitare il più possibile confronti e
gelosie. Ritenendo poi fondamentale salvaguardare la nostra identità
di famiglia è anche al benessere dei nostri figli che pensiamo, alla
necessità di proteggerli dalle criticità eccessive e messi nelle
condizioni di affrontare le esperienze in modo positivo e non
stressante. E tutelati nel loro diritto di crescere all'interno di
una famiglia che resti tale.
La
famiglia allargata, così come le figure amicali avranno anche loro
un ruolo, seppure occasionale e marginale.
Prevediamo
anche la possibilità di avvalerci di figure esterne di sostegno
nella gestione della Casa, baby sitter, o aiuto domestico perchè non
venga a mancare l'attenzione necessaria e la cura alla relazione.
Supervisione
educativo-psicologica.
Nell'ottica
di preservare e coltivare il benessere della nostra famiglia saremo
sostenuti da una persona con esperienza con l'incarico di
supervisionare dal punto di vistra psicologico ed educativo il nostro
servizio e supportarci nei momenti di difficoltà.
Riferimenti
bibliografici e quadro normativo di riferimento:
Presidenza
del Consiglio dei Ministri, Conferenza Unificata
Linee di Indirizzo per l'Affidamento familiare 25
ottobre 2012
Legge 184
del 4 maggio 1983 e integrazioni della legge 149 del 29 marzo 2001
Regione
Liguria Regolamento
Regionale 2 dicembre 2005 Tipologie e requisiti delle strutture
residenziali, semi residenziali e reti familiari per minori e
specificazione per i presidi di ospitalità collettiva
G.
Schifield, M.Beek Adozione, Affido, Accoglienza – una guida
pratica (L'Attaccamento al centro delle relazioni familiari)
Raffaello Cortina Editore
Quando
il primo bambino rise,
a
sua risata si infranse in mille e mille piccoli pezzi,
che
si dispersero scintillando per tutto il mondo:
così
nacquero le fate. (Peter Pan)☆•:*´¨`*:•